Arte e cavallo hanno qualcosa di magico capace di penetrare con dolcezza l’animo umano e di alleviare le pene di chi soffre. E non quindi è un caso che entrambe siano usate come forma terapeutica per accompagnare le terapie tradizionali.
Arteterapia e ippoterapia sono spesso utilizzate anche per i casi più difficili, per le persone che si chiudono a guscio e non vogliono (o possono) comunicare. Spesso i bambini autistici comunicano più facilmente con i cavalli che con gli esseri umani, e vedere una persona paralizzata che cammina e sperimenta lo spazio e il vento grazie al cavallo è una emozione impagabile.
Paola Pericone è un’artista che ha ereditato la sua passione da una famiglia di artisti. Era naturale che la sua più naturale forma di comunicazione fosse l’arte. Suo padre era il pittore Giovanni Pericone e la sua famiglia da oltre 50 anni gestisce la famosa Galleria d’Arte Le Muse di Colleferro.
Poi qualcosa è successo nella mente di Paola e poco dopo aver avuto una splendida bambina è entrata in un tunnel emotivo. Negli anni passati non si andava per il sottile e anche i medici affermati sperimentavano con spavalderia cure ‘miracolose’.
Senza scomodare troppo il famosissimo Van Gogh, o le nostre Alda Merini e Goliarda Sapienza, sembra proprio che molti artisti abbiamo una particolare variante genetica della Neuregulina che li rende così creativi ma anche così fragili (https://www.discorsivo.it/magazine/2013/10/01/artisti-maledetti-genio-follia-il-segreto-gene/).
Paola però ha avuto la fortuna (oltre alla sua famiglia) di sfogare le sue esuberanze creative con la pittura e di amare i cavalli al punto da iscriversi ad un maneggio insieme a sua figlia.
Ed è li che la ho rincontrata dopo molti anni, mentre cavalcava Modigliani, un buonissimo cavallo baio capace di entrare in empatia con tutte le persone inesperte e di farle sentire grandi campioni.
Modigliani aveva una certa età e un passato nel dressage ed era in grado di leggere la mente dei cavalieri (lo ho sperimentato personalmente) al punto che tutte ci sentivamo esperte di equitazione.
Paola veniva a prendere lezioni di dressage mentre sua figlia Serena diventava sempre più una cavallerizza da concorsi equestri. Un modo di essere unite da una passione che le rendeva entrambe felici.
Poi i figli crescono, vanno a studiare fuori e Paola si torna a concentrare sull’altra passione: l’arte. Ed è così che la ritrovo dopo diversi anni in cui ero stata fuori dal paese. Diventata nonna crea un disegno per ogni giorno della bambina e un giorno ci siamo messe a guardare i suoi passati disegni di cavalli.
Uno mi ha proprio stregata. Un dipinto ad olio che è un capolavoro di ironia e surrealismo.
Si era ispirata ad una storia che aveva letto da bambina. Un vigile che multa un cavallo in divieto di sosta fra due macchine. Uno sfondo di una parete di mattoncini che ricorda i Pink Floyd di ‘Another brick in the wall’, e che termina con un tripudio di colori improbabili.
Una espressione di gioia che spinge al sorriso ma anche alle riflessioni.
Mi ricordo di un articolo scientifico che raccontava quanto puzzavano le strade urbane durante il periodo delle carrozze a cavalli per colpa delle loro evacuazioni. L’augurio ‘merda, merda, merda’ agli artisti il giorno del loro debutto era proprio a significare una lunga sosta dei cavalli fuori dal teatro mentre i signori si godevano lo spettacolo: ‘tanta merda voleva dire tanto tempo speso a gioire dello spettacolo’.
Ritrovare le città piene di macchine con l’aria satura dei gas di scarico e il vigile che multa un cavallo è l’apoteosi della finta vittoria dell’uomo sulla natura.
Un altro quadro mi ha regalato una estrema serenità. Un acquarello con due cavalli dai colori assurdi, rosa e azzurro, che danzano su due zampe una musica che si capisce dal cuore essere un valzer. Però potrebbe essere anche una melodia romantica.
Le espressioni felici, i colori improbabili ma morbidi ed il tratto leggero rendono questa danza un sogno in cui entrare. Un. mondo in cui tutti quelli che amano i cavalli sentono di aver già partecipato in qualche modo.
Nella sua follia è un quadro familiare. È come se fosse naturale che i cavalli danzino e sono solo gli ottusi che non li riescono a vedere.
Paola ha donato queste due opere alla Fondazione Horse Museum e oggi tutti possono ammirarle venendoci a trovare per condividere con noi momenti di amore per l’arte, i cavalli e il buon vino.
Dalle nostre parti abbiamo un ottimo Cesanese del Piglio DOCG, ma gustiamo tutti i vini buoni del mondo. Soprattutto se hanno etichette con immagini di cavalli!
Ringraziamo Paola Pericone per la sua generosità che ci allieta ogni giorno e che farà la gioia di tutti i nostri visitatori. Siamo sicuri che la esporremo in qualche mostra in giro per l’Italia ed il mondo.
Ad majora Paola! Sei una forza della natura e ci piaci proprio come sei!